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Dinosauri anche a Rignano Garganico? Presunte orme fotografate nel territorio

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Solo quelle più grandi apparterrebbero ad un "dinosauro" adulto (forse la mamma), le altre più piccole di uguale misura a dei cuccioli

Orme di Dinosauri anche in territorio di Rignano Garganico? Pare di sì. A documentarne la presunta esistenza è un incallito fotografo ed osservatore del posto, che ha scattato sulla zona osservata diverse fotografie. Il tutto sarebbe accaduto nel marzo del 2004, ma egli si è guardato bene di diffondere la notizia, per timore che qualcuno gli rubasse la primogenitura e quindi il piacere della scoperta. Si tratterebbe di più soggetti e di orme diverse. Solo quelle più grandi apparterrebbero ad un “dinosauro” adulto (forse la mamma), le altre più piccole di uguale misura a dei cuccioli. Lo scopritore è “sbottato” solo ora, allorché questo ed altri possibili siti sono stati inflazionati dall’avvenuta inaugurazione del Parco-Museo paleontologico di Borgo Celano (San Marco in Lamis). Conclusione felice, quest’ultima, di un annoso ed approfondito studio sulla materia, portato avanti dall’Università di Ferrara. Come noto, la stessa si è avvalsa dell’opera indefessa di Michele Morsilli, professore associato di “carbonate sedimentologist” presso il Dipartimento della Terra della predetta istituzione, originario garganico. anche lui. A quanto si è appreso, alcune di queste foto, sono già state inviate al sunnominato ed esaminate. Ecco la risposta: “Buongiorno, grazie per le foto. Da quello che si riesce a vedere è molto difficile dire se si tratta di vere impronte. Purtroppo quando non ci sono impronte tridattile non si è mai sicuri di quello che si ha davanti. Le possibilità sono due: che si tratti di impronte di erbivori la cui traccia è stata mascherata dalla dissoluzione carsica; oppure il caso più comune su superfici di strato è che il carsismo crea delle fossette carsiche. In ogni caso bisogna guardare in dettaglio se ci sono dei bordi di espulsione oppure se le strutture presenti sono organizzate in piste. Ma dalle foto non riesco a fare questo tipo di valutazione. A disposizione nel caso volesse fare un sopralluogo sul terreno. Cordiali saluti Michele Morsilli”.

Quindi, per la conferma o meno dell’ipotesi, attendiamo il sopralluogo. Invece, per ciò che riguarda l’ubicazione del ritrovamento al momento persistono “bocche cucite” da parte degli operatori. Tanto al fine di non intralciare la ricerca o suscitare inutili allarmismi. Di orme e fossili di dinosauri se ne sono trovati tantissimi in ogni parte del mondo e in Italia, a cominciare dalla “Valle dei Dinosauri” (Dinosaur Valley State Park, Glen Rose) nel Texas. Si tratta di dinosauri carnivori a due zampe e sauropodi erbivori a quattro. Le orme ritrovate probabilmente risalgono a 112 milioni di anni fa. Un centinaio di impronte e più sono state trovate sul fondo di una serie di pozze d’acqua sull’isola di Skye in Scozia. Si tratta di sauropodi, enormi dinosauri erbivori, risalenti a oltre 170 milioni fa.
La scoperta è dovuta ad alcuni ricercatori dell’Università di Edimburgo. Nello Stivale ritrovamenti similari si sono registrati in Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Trentino e Campania. Qui nel 1980 è venuto alla luce un cucciolo di appena 50 cm, chiamato Ciro, ritenuto dagli esperti come il primo dinosauro in assoluto rinvenuto in Italia. C’è da rilevare che fin dall’Ottocento (quando i primi fossili sono stati riconosciuti tali) si sviluppò nei luoghi di ritrovamento una sorta di fenomeno da baraccone. Gli scheletri fossili di questi animali furono montati e doppiati divenendo grandi attrazioni nei musei di storia naturale e parte integrante della cultura mondiale. La loro varietà, la grande mole di alcuni di essi e la loro natura accesero l’interesse e l’immaginazione di grandi e piccini, intravedendo in essi mostri, draghi, giganti mitologici e quant’altro, che divennero protagonisti di libri e film di successo come Jurassic Park ed ogni scoperta fu regolarmente riportata dai mass-media. Nel caso rignanese siamo ancora agli inizi e bisognerà attendere l’esito esplorativo sopraccennato, prima di “cantare vittoria”. Intanto, c’è qualcuno che comincia a montarsi la testa e vorrebbe che Rignano, oltre ad essere capitale italiana della preistoria umana per via di Grotta Paglicci (Paleolitico inferiore, medio e superiore), diventasse da subito anche primo attore nell’ambito dell’origine della terra e della vita arcaica in genere.
(A cura di Antonio Del Vecchio – Rignano Garganico, 15 dicembre 2015)

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